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Vaccinoterapia o immunoterapia oncologica: strategia terapeutica ed effetti collaterali

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La vaccinoterapia si sta sempre più integrando nel percorso terapeutico complessivo del paziente oncologico, contribuendo a creare un approccio terapeutico “multimodale” che prevede l’utilizzo combinato o sequenziale di diverse strategie terapeutiche come chirurgia, radioterapia e chemioterapia.
Un esempio è rappresentato dalla recente attivazione di studi clinici che prevedono l’utilizzo di vaccini
antitumorali dopo completa rimozione chirurgica della neoplasia seguita o meno da chemioterapia come accade nel trattamento del tumore del polmone o nel melanoma cutaneo. (L’immunoterapia: come utilizzare i vaccini nella cura contro il cancro?)

La vaccinoterapia rappresenta di conseguenza “la quinta strada” nella cura dei tumori, dopo chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie biologiche a bersaglio molecolare (terapie target) sviluppate in seguito alla decodificazione del genoma umano ed agli sviluppi delle ricerche di biologia molecolare. L’immunoterapia o vaccinoterapia è oggi in grado di cronicizzare o addirittura condurre alla guarigione con risultati miracolistici neoplasie avanzate per le quali fino a pochi anni fa non esistevano cure efficaci.

Effetti collaterali della vaccinoterapia

La vaccinoterapia è una strategia terapeutica mirata, cioè in grado di distruggere esclusivamente o prevalentemente le cellule tumorali, minimizzando quindi la tossicità sulle cellule sane. Pertanto, gli effetti
collaterali relativi ad un trattamento di vaccinoterapia sono spesso poco rilevanti, hanno una durata limitata nel tempo e la loro comparsa ed intensità varia da soggetto a soggetto.

Si riconoscono effetti avversi precoci e tardivi:

Effetti collaterali precoci:

  • Rash cutaneo e irritazioni delle mucose rappresentano le manifestazioni avverse più comuni che si presentano con questi farmaci. All’incirca il 50% dei pazienti trattati con ipilimumab manifesta rash cutaneo (eritema, manifestazioni maculo-papulari) e/o prurito con localizzazioni al tronco ed alle estremità. Tali manifestazioni possono essere trattate con corticosteroidi per os o per via sistemica, e con antistaminici).
  • Diarrea e colite sono le manifestazioni più frequenti nei pazienti che vengono trattati con inibitori di CTLA-4. In presenza di grave sintomatologia è necessario ricorrere ad idonea idratazione, somministrazione di elettroliti e all’impiego di corticosteroidi per via endovenosa.
  • Epatotossicità con incremento delle transaminasi e talora febbre può manifestarsi, in genere, dopo 8-12 settimane dall’inizio del trattamento con anticorpi anti checkpoint. Richiede il trattamento con corticosteroidi e talvolta con farmaci immunosoppressori.

Effetti collaterali tardivi

  • Sindromi ematologiche: leucopenia con neutropenia e quindi rischio di infezioni che richiedono un trattamento antibiotico e antivirale protratto, anemia, trombocitopenia.
  • Affezioni muscolo-scheletriche con artralgie, artrite.
  • Endocrinopatie prevalentemente rappresentate da infiammazione dell’ipofisi con riduzione dell’increzione ormonale di ormoni ipofisari e ipotiroidismo: esordiscono nel 10% dei pazienti trattati con anticorpi anti CTLA-4. Si può avere anche ipertiroidismo e crisi surrenalica con disidratazione, ipotensione, squilibrio elettrolitico.
  • Alterazioni meno frequenti sono rappresentate da fenomeni infiammatori a carico dell’apparato respiratorio, infiammazioni oculari, secchezza della congiuntiva, insufficienza renale, pancreatite, sindromi neurologiche, neuropatia periferica.

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