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Vaccini antitumorali ad mRNA: come funzionano?

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Cos’è l’RNA messaggero?

l’RNA messaggero (mRNA) è una molecola di RNA a singolo filamento, composto da nucleotidi, ovvero unità di base degli acidi nucleici che sono formati da tre componenti, uno zucchero, un gruppo fosfato e una base azotata (citosina, adenina, guanina e uracile). L’mRNA svolge un ruolo cruciale in quanto si presenta come l’intermediario tra il DNA, che contiene le informazioni genetiche, e la sintesi proteica. Infatti, durante il processo di trascrizione, una porzione specifica del DNA, viene ricopiato in una molecola di mRNA, trasportando le informazioni necessarie per la formazione di una proteina. A questo punto, verrà processato da macchine molecolari specifiche, definite ribosomi, per far avvenire la sintesi proteica.

Vaccini ad mRNA antitumorali

L’elaborazione dell’mRNA attraverso i ribosomi, a cui segue la sintesi proteica, costituisce il meccanismo cardine su cui si basano i vaccini ad mRNA.

(Vaccinoterapia o immunoterapia oncologica: strategia terapeutica ed effetti collaterali)

(L’immunoterapia: come utilizzare i vaccini nella cura contro il cancro?)

Il vaccino presenta, come componente principale, un filamento di mRNA. Esso viene sintetizzato in laboratorio grazie a delle tecniche specifiche in modo tale che possa trasportare le informazioni necessarie per codificare una proteina specifica, presente sulla cellula tumorale, contro cui si vuole stimolare la risposta immunitaria al fine di debellarla.

Meccanismo di azione

Una volta che il vaccino ad mRNA viene somministrato al soggetto, questo viene assorbito dalle cellule del sistema immunitario in cui verrà processato l’mRNA, in modo tale da sintetizzare l’antigene.

Successivamente, l’antigene viene processato a peptide e trasportato grazie a specifiche molecole, difinite complesso di maggiore istocompatibilità (MHC), a livello della membrana cellulare. Pertanto, a causa di questo passaggio, la cellula verrà definita come cellula presentante l’antigene (APC).

A questo punto, l’antigene esposto dalla cellula presentante l’antigene, viene riconosciuto da un tipo di cellule che appartengono alla famiglia dei globuli bianchi, che prendono il nome di linfociti, che a sua volta si dividono in due sottocategorie:

  • Linfociti T Helper (CD4+): il cui ruolo è quello di coordinare la risposta immunitaria. Possono attivare i linfociti B per la produzione di anticorpi e i linfociti T citotossici per distruggere le cellule infette da virus o altre minacce.
  • Linfociti T citotossici (CD8+): questi linfociti sono specializzati nella distruzione delle cellule tumorali. Riconoscono e uccidono direttamente le cellule bersaglio che esprimono antigeni anomali o estranei.

Nello specifico, una volta che sono stati attivati, i linfociti T proliferano differenziandosi in linfociti T helper, che vanno ad attivare i linfociti B per la produzione di anticorpi e in linfociti T citotossici, che distruggono le cellule presentante l’antigene.
Dopo l’attivazione, alcune cellule immunitarie memorizzano l’informazione sulle cellule tumorali e l’antigene bersaglio. Questo può contribuire a prevenire una ricaduta o la diffusione del tumore in futuro.

In conclusioni, l’obiettivo principale di queste terapie è quello di stimolare il sistema immunitario del paziente a combattere le cellule tumorali in modo più efficace.
I vaccini antitumorali a mRNA sono ancora in fase di sperimentazione e non sono ancora ampiamente disponibili per il trattamento del cancro.

Tuttavia, ci sono stati progressi significativi nella loro ricerca e nel loro sviluppo.

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