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Rischio cardiovascolare, nuovo indicatore monitorato tramite smartwatch?

SW

Un nuovo studio sarà presentato al congresso dell’American College of Cardiology. Rendiconta l’effetto di un semplice calcolo, che sancisce il rapporto tra due elementi già indicati come di importanza accertata per la salute cardiovascolare, ovvero frequenza cardiaca media giornaliera e numero di passi fatti. Dividere il primo per il secondo, e le successive risultanze, è infatti l’oggetto della ricerca.

Le malattie cardiache sono tra le principali cause di morte nel mondo. Sebbene esistano test di screening per identificare precocemente il rischio, molti non vi si sottopongono. I ricercatori suggeriscono quindi che sfruttare i dati degli smartwatch potrebbe offrire una nuova strategia per identificare le persone a rischio, incoraggiarle verso nuovi e più salutari stili di vita e comunque a consultare un medico.

Sono stati analizzati i dati di 7.000 persone. Come sono stati raccolti? Dai dati degli smartwatch a marchio Fitbit e da archivi sanitari elettronici; è così che gli scienziati hanno osservato che chi aveva valori elevati di questo nuovo parametro (chiamato DHRPS) presentava un rischio maggiore di diabete, insufficienza cardiaca e ipertensione.

Nel dettaglio, le persone con valori elevati di DHRPS (nel 25% superiore della popolazione studiata) avevano il doppio del rischio di sviluppare diabete di tipo 2, 1,7 volte più probabilità di insufficienza cardiaca, 1,6 volte più probabilità di ipertensione e 1,4 volte più probabilità di aterosclerosi coronarica. Non è stata invece trovata alcuna correlazione tra DHRPS e il rischio di ictus o infarto.

Secondo i ricercatori, il DHRPS potrebbe quindi essere usato come indicatore precoce per identificare le persone che potrebbero beneficiare di screening aggiuntivi o di un miglioramento della forma cardiovascolare, come detto anche con valide correzioni al proprio stile di vita (movimento, alimentazione, stress, qualità e durata del sonno, idratazione, ecc) Il parametro è inoltre decisamente semplice, e può essere calcolato autonomamente dai dati raccolti da uno smartwatch, oppure potrebbe essere integrato direttamente nelle applicazioni dei dispositivi.

Naturalmente servono altri studi; i ricercatori sperano comunque che in futuro questo indicatore possa essere integrato direttamente negli smartwatch, aiutando le persone a monitorare la propria salute in tempo reale e a prendere provvedimenti prima che insorgano seri problemi cardiaci.

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