La tenosinovite stenosante dei tendini flessori comunemente nota come dito a scatto, o “morbo
di Notta”, dal nome di colui che per primo, descrisse tale patologia nel 1850, è caratterizzata da un
restringimento delle pulegge dei tendini flessori della mano.
COME SI MANIFESTA IL MORBO DI NOTTA?
Le pulegge sono tunnel fibrosi entro cui scorrono i tendini, facilitati dalle guaine, con lo scopo di
mantenerli vicino alle ossa al fine di ottenere il movimento di flessione delle dita.
Nella mano abbiamo due tipologie di tendini flessori:
- tendine flessore profondo; si inserisce a livello della falange distale e permette la flessione
della terza articolazione verso il palmo della mano. - tendine flessore superficiale; si inserisce a livello della falange intermedia ed è deputato al
ripiegamento del dito, a livello della seconda articolazione, verso il palmo della mano.
La stenosi delle pulegge, causa una deformazione del tendine in cui viene a formarsi un nodulo
che ne impedisce il normale scorrimento all’interno dei tunnel legamentosi.
Per permettere l’estensione del dito, i tendini ingrossati vengono forzati nel passaggio attraverso il
canale digitale e si genera un vero e proprio scatto, percepito come un click interno, che in alcuni
casi porta al blocco del dito in certe posizioni.
La formazione del nodulo tendineo causa, inoltre, l’infiammazione della guaina sinoviale che
avvolge il tendine, aumentando la sintomatologia associata.
SINTOMI E DIAGNOSI
Fase iniziale: fastidio e gonfiore nella zona del palmo della mano, alla base del dito interessato,
con comparsa di un piccolo bozzetto.
Fase avanzata: aumento del dolore durante il movimento di chiusura ed apertura della mano, con
comparsa dello scatto occasionalmente.
Fase Grave: scatto del dito sempre presente durante la chiusura e l’apertura delle dita della mano,
con blocco del dito in flessione, ma diminuzione del dolore.
Per la diagnosi generalmente il medico specialista ricorre alla compressione della base del dito
interessato a seguito di cui il paziente avvertirà un dolore e a cui potrebbe aggiungersi il
caratteristico scatto. Talvolta si utilizzano strumenti come RM o ecografia.
FATTORI DI RISCHIO
Le cause non sono ancora del tutto note, ma le più accreditate risultano essere:
Traumi che interessano la mano: incidenti, microtraumi ricorrenti, azioni lavorative con
particolare sollecitamento della mano
Associazione con altre patologie: artrite reumatoide, artrosi primaria della mano, gotta,
diabete, morbo di Dupuytren.
Età: è presente una maggiore insorgenza dopo i 40 anni dettato dal fatto che si ha una minore
produzione fisiologica di collagene
TRATTAMENTI
La tenosinovite è una condizione tempo-dipendente.
Se l’insorgenza è recente, essa può regredire inizialmente attraverso trattamenti fisioterapici o
ciclo di laser terapia o in alcuni casi iniezioni di cortisonici. Nel caso in cui i trattamenti menzionati
non fossero efficaci, si procede con l’intervento chirurgico. Esso consiste nell’apertura del tunnel
fibroso (puleggia A1), per consentire il normale scorrimento dei tendini flessori. L’intervento
assicura la scomparsa totale del dolore.