Diagnosi
La diagnosi di tendinite viene formulata a seguito di un’attenta visita medica, durante la quale lo specialista esaminerà la parte dolorante della mano e valuterà se il dolore aumenta applicando pressione.(La mano: anatomia e funzioni principali)
Come avviene per tutte le malattie, riuscire ad accertare (diagnosticare) la tendinite nelle fasi iniziali è fondamentale per iniziare subito la cura più adeguata. Il medico, per valutare l’effettiva presenza di una tendinite, effettua la visita medica e verifica lo stato di salute presente e passato della persona (anamnesi) informandosi sul suo stile di vita, sull’attività lavorativa e sull’attività sportiva svolte e sull’eventuale assunzione di farmaci.
Per stabilire la localizzazione del tendine infiammato a volte può essere sufficiente la visita medica e la verifica dei disturbi. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, sono necessarie specifiche indagini strumentali come l’ecografia e la risonanza magnetica.
- L’ecografia è una tecnica non invasiva utile a escludere malattie dei tessuti molli, a confermare la presenza di tendinite e a valutare l’entità del danno.
- Una maggiore precisione può essere ottenuta con la risonanza magnetica, tecnica diagnostica per immagini che consente di valutare sia l’entità che l’estensione del danno subito.
La terapia
La cura della tendinite varia a seconda della localizzazione del tendine infiammato e dei disturbi presenti. La cura iniziale consiste in:
- impacchi di ghiaccio: da applicare per 15 minuti 4-5 volte al giorno per 3 giorni consecutivi. Il ghiaccio, deve essere posto sulla zona dolente, non a diretto contatto con la pelle per evitare lesioni (avvolgerlo in un telo o utilizzare la borsa da ghiaccio);
- riposo dell’articolazione dolente: è opportuno non sovraccaricare l’articolazione e le strutture annesse nella fase acuta della malattia. Gli sforzi possono aumentare il dolore associato all’infiammazione e possono portare a complicazioni di varia gravità, ad esempio alla rottura del tendine;
- antidolorifici e antinfiammatori: da assumere per alleviare velocemente i sintomi.
Al termine della fase acuta della malattia è necessario procedere con la riabilitazione sotto la guida di personale qualificato che deciderà gli esercizi più appropriati da eseguire. Normalmente sono consigliati:
- massaggi specifici: per allungare e rafforzare i tendini e i muscoli circostanti;
- esercizi di allungamento: (stretching);
- fisioterapia, come la TENS (Stimolazione Elettrica Nervosa Transcutanea), gli ultrasuoni, la ionoforesi e la TECAR (Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo).
Inoltre, per facilitare la guarigione, possono essere utilizzati tutori o fasce elastiche contenitive.
Nel caso in cui la riabilitazione non migliori lo stato dei tendini e la malattia vada incontro a una cronicizzazione , può essere opportuno intervenire con altre forme di fisioterapia quali, ad esempio, le onde d’urto.
In caso di rottura completa dei tendini, o in particolari forme persistenti e croniche, è necessario ricorrere al trattamento chirurgico ortopedico.