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Omeopatia: definizione e principali utilizzi

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L’Omeopatia, nata due secoli fa in Germania, grazie alle geniali intuizioni del Dott. Frederich Samuel Hahnemann, è un metodo clinico terapeutico con il quale il medico valuta la malattia non solamente nelle sue manifestazioni organiche, ma nella globalità della persona malata; utilizza esclusivamente sostanze naturali preparate e sperimentate secondo una rigorosa metodologia.

Che cos’è l’omeopatia?

L’omeopatia è una branca della farmacologia fondata sulla somministrazione di piccolissime quantità di medicamento che fa parte della cosidetta medicina integrata. (La medicina integrata: una nuova branca nel campo oncologico)

Le sostanze omeopatiche comunemente utilizzate a scopo terapeutico provengono dal regno vegetale (il 70% dei rimedi omeopatici), animale e minerale. Tutte sono sottoposte ad un particolare processo di diluizione e scuotimento, che ha il fine di eliminarne le proprietà tossicologiche, esaltandone quelle terapeutiche.

Le forme farmaceutiche più frequentemente utilizzate sono i globuli ed i granuli. 

L’omeopata prescrive il rimedio in base alle caratteristiche psicofisiche differenti per ogni paziente; ciò implica un ascolto assoluto e un approccio umano al malato, alla malattia, o meglio, alla persona. Nella scelta del rimedio omeopatico, quindi, l’omeopata deve sempre prendere in esame nei minimi particolari la sede, il carattere e l’aspetto emotivo del paziente.

I 3 princìpi dell’omeopatia

  • Il simile cura il simile: il medicamento che causa una serie di sintomi in un soggetto (sperimentatore) sano ma sensibile a quella sostanza (intossicazione), aiuterà a guarire il paziente affetto da una malattia che presenta sintomi simili a quelli che la sostanza è in grado di produrre nello sperimentatore. In altre parole, il rimedio appropriato per una determinata malattia è dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata.
  • Dose minima di medicamento: il medicinale omeopatico viene viene diluito più volte in acqua, in scala di diluizione che varia da 1:10 a 1:100. Più la sostanza è diluita e maggiore è la sua efficacia. La dose che si somministra, infatti, ha semplicemente la funzione di stimolare la reazione dell’organismo, quindi più che essere elevata nel dosaggio deve essere specifica per i disturbi del paziente. Spesso il prodotto finale è talmente tanto diluito che non contiene più neppure una molecola della sostanza di partenza. L’eventuale effetto terapeutico del medicamento omeopatico, pertanto, non sarebbe più legato alla presenza fisica del farmaco ma a “qualcos’altro”.
  • Memoria dell’acqua: dopo che il medicamento è stato diluito più e più volte in acqua, le boccettine contenenti il medicamento diluito vengono scosse. Questo scuotimento è responsabile di un fenomeno chiamato “dinamizzazione dell’acqua” che comporta un’organizzazione molecolare dell’acqua e la memoria della stessa nei confronti del medicamento di partenza che è stato diluito. Questo spiega l’effetto terapeutico.

Quali patologie può curare l’omeopatia?

L’Omeopatia può affrontare tutte le malattie con possibilità di miglioramento o guarigione, anche e soprattutto malattie croniche come:

  • allergie
  • emicrania e cefalea
  • disturbi del sonno
  • psoriasi
  • eczemi
  • artrite reumatoide
  • malattie nervose, dalla semplice ansia a stati di esaurimento più profondi
  • disturbi intestinali (gastrite, stipsi, pirosi, colite, nausea)
  • malattie respiratorie (asma, sinusite, tosse e infezioni delle vie respiratorie)

L’omeopatia è sicura?

E’ ormai accertato che il trattamento omeopatico non è tossico, non ha effetti collaterali, è sicuro e non interferisce con le terapie tradizionali, farmacologiche e non.

Grazie alla minima dose somministrata, i rimedi omeopatici sono adatti anche a neonati, bambini e donne in gravidanza.

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