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Disagio giovanile, ansia e depressione: i numeri del post Covid in Italia

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Il disagio giovanile è considerata una delle più gravi conseguenze della epidemia da Covid-19.

Le modalità di trasmissione del virus hanno imposto l’adozione di stringenti e prolungate misure di contenimento. Ciò ha sospeso o drasticamente ridotto i momenti di condivisione e incontro, gli spazi di partecipazione, di lavoro e di socialità. In questo inedito scenario emergenziale, i giovani sono stati tra i soggetti più penalizzati; si sono determinate gravi conseguenze sul loro benessere psico-fisico; acuiti disturbi e dipendenze; sono aumentate disuguaglianze e difficoltà nell’accesso ai diritti costituzionalmente garantiti, quali istruzione e assistenza sanitaria. (Le conseguenze post Covid negli adolescenti: ansia, depressione, DCA e disturbi del sonno)

Già a partire dal primo lockdown i disturbi del sonno, gli attacchi d’ansia e l’aumento dell’irritabilità sono stati i sintomi più frequenti di cui hanno sofferto le persone di minore età:

  • Gli accessi al Pronto Soccorso per disturbi psichiatrici sono cresciuti in modo considerevole con l’inizio della seconda ondata di ottobre 2020;
  • tentativi di suicidio e autolesionismo sono aumentati del 30% secondo i dati raccolti dall’Ospedale Pediatrico “Bambin Gesù” di Roma

Disagio giovanile: il report di Unicef

L’impatto negativo della pandemia è confermato dal recente report pubblicato dall’UNICEF dal titolo “La condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani” in cui vengono esposti i dati sulla salute mentale dei giovani.

Più di un adolescente su 7, tra i 10 e i 19 anni, convive – secondo i dati – con un disagio mentale diagnosticato che, nel 40% dei casi corrisponde ad ansia e depressione, stress, incertezza e solitudine. (Lo stress e le sue conseguenze sulla salute)

I cambiamenti negli stili di vita hanno avvolto la vita di molti milioni di bambini, giovani e famiglie. Secondo il rapporto, i bambini e i giovani potrebbero risentire dell’impatto della pandemia sulla loro salute mentale e sul loro benessere per molti anni a venire.

Anche le patologie legate alle dipendenze da sostanze e comportamenti, con disturbi legati al non corretto utilizzo dei social e delle piattaforme web, hanno visto una recrudescenza. Si è altresì verificato anche un incremento dei fenomeni di violenza.

Disagio giovanile: il rapporto Istat

Anche il nuovo rapporto dell’Istat conferma le difficoltà psicologiche affrontate dai più giovani nell’attuale periodo storico. Secondo quanto riportato nel report “Benessere equo e sostenibile”, negli ultimi due anni la percentuale di adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale è raddoppiata. Nel 2019 erano il 3,2% del totale, mentre nel 2021 risultano essere il 6,2%.

Circa 220 mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni si dichiarano insoddisfatti della propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico.

Secondo l’Istat, è diminuita in modo tangibile anche la soddisfazione per le relazioni con gli amici, mentre è aumentato tra i ragazzi tra i 14-17 anni il consumo di alcol (sono il 23,6%). Negli anni di pandemia sono stati gli adolescenti under 20 gli unici ad aver conosciuto un «deterioramento significativo della soddisfazione per la vita, con la percentuale di molto soddisfatti che è passata dal 56,9% del 2019 al 52,3% del 2021.

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